Olio extravergine di oliva biologico

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L’olio extravergine di oliva biologico è la massima espressione di uno dei cardini della dieta mediterranea, l’olio di oliva extravergine. Oltre alla riconosciuta valenza nutrizionale, l’olio extravergine rappresenta un elemento gustoso capace di arricchire numerosi piatti della tradizione culinaria italiana.
In questo articolo scopriremo come distinguere le diverse tipologie di olio presenti sullo scaffale del supermercato (in particolare capiremo che differenza c’è tra olio extravergine, olio vergine, olio extravergine di oliva biologico) e come leggere al meglio l’etichetta per essere sicuri di che olio stiamo consumando.


olio di oliva

Olio extravergine di oliva, la classificazione

La classificazione degli oli di oliva è normata dal regolamento Ce 1513/2001 del 23/07/2001, entrato in vigore nel novembre 2003, che descrive e definisce chiaramente le diverse tipologie di olio di oliva: oli di oliva vergini, oli di oliva e oli di sansa.

Oli di oliva vergini

Gli oli di oliva vergini sono quelli ottenuti dall’oliva mediante dei procedimenti esclusivamente meccanici o fisici, in condizioni tali da non apportare alterazioni all’olio. I trattamenti a cui possono essere sottoposte le olive sono solo lavaggio, decantazione, centrifugazione e filtrazione; sono quindi esclusi da questa categoria in particolare tutti gli oli estratti mediante azioni chimiche o con uso di solventi, e anche le miscele di oli.
Si distinguono tre categorie di oli di oliva vergini:

  • olio extra vergine di oliva, la cui acidità è inferiore allo 0,8% (acido oleico)
  • olio di oliva vergine, la cui acidità è compresa tra 0,8% e 2%
  • olio di oliva lampante, non destinato ad uso alimentare, che ha acidità >2%

Chiaramente, all’interno di queste categorie si possono trovare moltissime varietà dovute al cultivar utilizzato (il “tipo” di olive, in Italia ce ne sono quasi 400 diversi), al metodo di raccolto, all’annata, al clima: tutti questi fattori influenzano le caratteristiche organolettiche e quindi il sapore dell’olio vergine, che va scelto a seconda del proprio gusto personale.

Oli di oliva

Si classifica come olio di oliva (non vergine, dunque) quello che si ottiene mescolando olio extravergine o olio vergine con olio lampante raffinato.
Come detto in precedenza, l’olio di oliva lampante non può essere consumato direttamente, ma deve essere sottoposto ad una raffinazione: sono applicati cioè una serie di processi di rettificazione (ad esempio lavaggio, decolorazione, deodorazione etc) che hanno lo scopo di eliminare le proprietà organolettiche che risulterebbero sgradevoli al consumo.
L’olio di oliva è quindi composto da una parte di olio vergine con una parte di olio raffinato.

Oli di sansa

Il regolamento Ce 1513/2001 entra nel merito anche della classificazione dell’olio di sansa di oliva: le sanse sono i residui della spremitura (che comprendono i frutti spremuti, i noccioli, i semi etc) delle olive. Chiaramente questo tipo di olio è fuori dallo scopo della trattazione di questo articolo e per un approfondimento si rimanda alla normativa citata.

olive

Olio extravergine di oliva biologico

Si definisce olio di oliva extravergine biologico l’olio che oltre a rispettare i parametri per essere definito olio extravergine è stato ottenuto mediante agricoltura biologica, cioè secondo i dettami imposti dalla normativa (CE) n. 834/2007.
La norma di produzione biologica in particolare:

  • vieta l’utilizzo di OGM (organismi geneticamente modificati);
  • esclude l’uso di radiazioni ionizzanti nel trattamento degli alimenti;
  • impone netta separazione tra prodotti biologici e non, nel caso in cui un operatore produca entrambe le tipologie di prodotti;
  • definisce delle regole che riguardano i trattamenti al suolo (che devono rispettare la fertilità naturale), le sementi, i prodotti di pulizia e la prevenzione dei danni;
Il logo che contraddistingue l'olio extravergine di oliva biologico

Il logo che contraddistingue l’olio extravergine di oliva biologico

Oltre alle normative sulla produzione, che assicurano quindi che il prodotto ottenuto sia conforme al regolamento biologico, vi sono delle normative che abbracciano il campo della trasformazione, cioè l’insieme dei processi che, a partire da delle materie prime, permettono di ottenere dei prodotti lavorati.

Il rispetto di questi regolamenti è assicurato da una rigida rete di controlli (in conformità al regolamento (CE) n. 882/2004), che permettono di attestare l’effettiva applicazione delle regole previste.

Etichettatura dell’olio di oliva biologico

Data la complessità dell’argomento, essere in grado di interpretare correttamente le informazioni inserite nell’etichetta dell’olio extravergine di oliva biologico è fondamentale.
Per l’olio di oliva il regolamento CE n. 1019/2002 impone che nell’etichetta debbano essere riportate le seguenti informazioni:

  • la denominazione di vendita, che può essere espressa come:
    • olio extravergine di oliva (olio di oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici)
    • olio vergine di oliva (olio d’oliva ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici)
    • olio di oliva composto di oli di oliva raffinati e di oli di oliva vergini (olio contenente esclusivamente oli d’oliva che hanno subito un processo di raffinazione e oli ottenuti direttamente dalle olive)
    • olio di sansa di oliva (per la definizione completa, vedi il regolamento)
  • il termine minimo di conservazione ed eventuali modalità di conservazione
  • la quantità
  • nome e sede del produttore o del confezionatore o del venditore stabilito nella CE
  • il numero del lotto di produzione
  • per gli oli extravergini o vergini deve essere anche riportata l’origine (in base al regolamento 182/2009, che modifica il precedente, gli oli prodotti in Italia dovranno riportare scritte tipo “ottenuto da olive coltivate in Italia” o similari, mentre per provenienze diverse di dovrà specificare se si tratta di “miscele di oli di oliva comunitari” o “non comunitari”)

Vi sono poi anche alcune indicazioni facoltative, come per esempio le modalità di estrazione (prima spremitura, estrazione a freddo etc) o caratteristiche organolettiche (solo tre: fruttato, amaro e piccante, a patto che siano mantenute fino al termine minimo di conservazione).

Se l’olio è ottenuto da almeno il 95% in peso da olive biologiche, allora l’olio di oliva può essere dichiarato biologico. In questo caso nell’etichetta può essere utilizzato il termine “bio” o “biologico” e devono essere indicati:

  • il logo di produzione biologica
  • il codice dell’organismo di controllo
  • il codice dell’operatore (assegnato dall’organismo di controllo)
  • l’indicazione dell’origine (utilizzando il termine “Agricoltura UE”, “Agricoltura non UE” o oppure “Agricoltura UE/non UE” se si tratta di una miscela)
Un esempio di etichetta di olio extravergine di oliva biologico

Un esempio di etichetta di olio extravergine di oliva biologico

Con questo articolo ci auguriamo di essere riusciti a fare un po’ di chiarezza nell’intricato mondo delle denominazione degli oli, in particolare dell’olio di oliva extravergine biologico.

Fonti:
http://europa.eu/legislation_summaries/agriculture/food/f86000_it.htm
http://www.olivitalia.it/certificazione-di-qualita/
http://www.olivitalia.it/etichettatura/
http://www.schirinzi.it/abc-olio-di-oliva/normativa-olio-oliva/
http://www.carapelli.com/la-scuola-dellolio/cose-lolio.aspx
http://www.carabinieri.it/Internet/Cittadino/Consigli/Tematici/Giorno+per+giorno/Andiamo+al+supermercato/02_supermercato.htm

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